di Lorenzo Parolin[L8/628]
Dio conosce la nostra piccolezza, la nostra debolezza e la grandezza del Maligno, perciò ci tiene premurosamente protetti sotto le sue ali , ma se proprio vogliamo allontanarci da lui, dopo averci paternamente ammoniti, ci lascia liberi di uscire allo scoperto. Se lì fuori il falco ci dilania, non è corretto dire che Dio ci castiga, ma che il castigo ce lo siamo cercati. Egli infatti non può proteggere chi rifiuti la sua protezione e voglia fare di testa sua. Senza la costante protezione di Dio, siamo dunque fritti. Si potrebbe obbiettare che Dio non ci lascia veramente liberi , perché non possiamo uscire dal suo recinto senza essere assaliti. È vero, siamo liberi di scegliere di fare il bene o il male, ma non di decidere che ciò che sta fuori dal recinto sia bene, anziché male, come ci piacerebbe tanto. Quella è competenza di Dio. Noi siamo creature libere, non creatori . Qui sta il peccato degli uomini: voler decidere cos’è bene e cos’è male, cioè prendere il posto di Dio senza averne la potenza. Ed è ovvio che la debolezza e l’arroganza abbiano la peggio. Per questa via, un bel guaio lo ha passato il superbo Lucifero, ed oggi lo stanno provocando anche i presuntuosi (e grandi pagliacci ) che vogliono prendere le decisioni senza consultare seriamente l’Eterno. Penso a Renzi, a Berlusconi e a Grillo; penso a Putin, ad Obama e ad Assad; penso all’Isis, ai terroristi e alla malavita; penso alla Bce, alla Fed e alle banche internazionali, penso alle multinazionali, ai mass media e ai faccendieri … penso a me, a te e a lui .
Dio non castiga. Ma quando viene respinto, nel rispetto della nostra libertà, sospende la sua protezione.
[rif. www.lorenzoparolin.it L8/628]